La presenza di fondamentali opere dell’universalmente noto Federico Barocci (1533 – 1612) a Senigallia ha portato la Pinacoteca diocesana – che conserva del grande urbinate la nota pala della “Madonna del Rosario” – ad indagare ancora una volta sulla fortuna di questo maestro della pittura della Controriforma, soffermandosi poi sulla pala di Camillo Paciero (Urbino ? – Mondolfo 1593) parimenti conservata nei musei diocesani. E così è emersa la figura di un pittore del quale si erano perse quasi le tracce e da cui nasce allora l’esposizione “Camillo Paciero a Mondolfo. Fra allievi, copisti, epigoni di Federico Barocci in una Terra del Ducato d’Urbino”. Un’indagine che porta altro fondamentale tassello ai rapporti d’arte esistenti nel territorio diocesano di Senigallia e nel Ducato d’Urbino; sulla fortuna di Barocci ampiamente copiato e imitato; un importante restauro sotto la direzione della Soprintendenza, quello della tela di Paciero, che ha permesso di riscoprire un Autore e che è stato possibile grazie ai fondi CEI legati alle firme “otto per mille”, per una eredità culturale che appartiene a tutti, non solo a chi crede. Un restauro promosso dalla Diocesi per una esposizione che parte da Mondolfo – dove Paciero aveva il suo studio nel castello martiniano – prima di proseguire in Pinacoteca a Senigallia; un progetto culturale arricchito da un quaderno di studi curato da Roberta Francolini dell’Archeoclub d’Italia per l’introduzione del Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta, ed il patrocinio del Pontificio Dicastero della Cultura e Educazione, Comune di Mondolfo, Deputazione di Storia Patria per le Marche e la fondamentale collaborazione della Parrocchia di Mondolfo. Partener culturale del progetto Archeoclub d’Italia – Sede di Mondolfo.